È la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Si celebra oggi perché il 17 maggio del 1990 l’Oms cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.
«In Francia, nel recente discorso per arginare la furia dei Gilet gialli, il presidente Emmanuel Macron ha citato l’omofobia tra le derive violente della protesta. In Polonia Jaroslaw Kaczynski, leader del partito di governo, ha definito i diritti Lgbt una minaccia alla sicurezza nazionale imposta dall’esterno. Dal Sud al Nord Italia ogni mese si registrano attacchi fisici e nella comunicazione sul web le dinamiche dell’esclusione sono sempre più insidiose» (Sette).
Simone Alliva ha raccolto per L’Espresso 50 episodi omofobi in Italia nel 2019: dagli atti di bullismo al caso di Umberto Ranieri, il pittore ucciso con un pugno (qui)
Secondo uno studio dell’Institute of Sociology and Gender Studies della German Sport University di Colonia condotto su 5.500 persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (Lgbti) residenti nei 28 paesi dell’Unione Europea, il 90% degli intervistati percepisce l’omofobia come un problema nello sport. Quasi il 20% di loro hanno rinunciato alla pratica di uno sport a causa del proprio orientamento sessuale o identità di genere (qui).
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«Mai dimenticare chi ero ieri per capire meglio chi sono oggi, mai dimenticare i lividi delle botte sul viso e le ferite del dolore sul cuore per gli insulti e le porte sbattute in faccia: queste cicatrici sono medaglie alla resistenza di chi non si arrende e continua a credere nella principale libertà: essere se stessi. #giornatamondialecontrolomofobia #omofobia #transfobia» (con queste parole e una foto di Vladimiro, Luxuria ricorda chi era).
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Taiwan dovrebbe presto essere il primo Paese asiatico a riconoscere i matrimoni gay.