Ieri a Malta si è svolto il vertice sul nuovo piano migranti. L’accordo ancora non c’è ma secondo il ministro Luciana Lamorgese si sono fatti passi in avanti. I ministri dell’Interno di Italia, Francia, Germania, Malta e Finlandia e il commissario europeo uscente all’immigrazione Dīmītrīs Avramopoulos avrebbero infatti firmato
una prima bozza del contratto, che prevede la redistribuzione in Paesi volenterosi dei richiedenti asilo, una rotazione volontaria dei porti. I rimpatri dei clandestini non dovrebbero più pesare solo sulle spalle dei paesi di approdo.
La Lamorgese s’è detta molto soddisfatta: «chi sbarca in Italia ora sbarca in Europa». Ha fatto sapere che nell’accordo non sono contemplati gli arrivi con i barchini o i gommoni: «Per adesso parliamo di navi delle Ong o altre navi». Ovvero il 9% dei migranti che sbarcano sulle nostre coste. L’intero documento sarà discusso nel vertice Ue del prossimo 8 ottobre e proposto anche ai 24 Paesi che per ora non si sono ancora espressi. Si pensa che quelli che aderiranno al patto saranno 10-12. Gli altri, quelli che non si prenderanno in carico rifugiati, pagheranno multe. Di Maio, dopo aver fatto i complimenti alla collega Lamorgese, ha voluto sottolineare che la redistribuzione dei migranti non risolve il problema: «Bisogna bloccare le partenze e i rimpatri».
Da New York il premier Conte ha parlato di una svolta epocale: «Dalla Germania, dalla Francia e da altri Stati abbiamo avuto aperture che in passato erano impensabili». Il presidente del consiglio ha detto che sta discutendo con la Libia per rafforzare il blocco delle partenze – una riunione è prevista per venerdì – ma che non ha intenzione di dismettere il Sicurezza bis, anche se verrà modificato con le indicazioni di Mattarella: «Dissuaderemo qualsiasi intervento non corretto e non trasparente. Conserveremo un atteggiamento rigoroso, ma il rigore si può applicare subito e non dopo un mese». Infine Conte conclude su Salvini: «Il vertice di ieri a Malta ci insegna che gli atteggiamenti inutilmente litigiosi, sterilmente oppositivi e puramente provocatori fanno contenta l’opinione pubblica italiana, ma spesso non portano nessun risultato concreto».