Un passato da brigatista rosso, una condanna a vent’anni e sei mesi … si è scoperto che aveva ottenuto il reddito di cittadinanza. Raimondo Etro, 63 anni, è stato uno dei protagonisti degli anni di piombo, di cui non rinnega nulla …, 18 feb 2020

Il Messaggero
Milano. Un passato da brigatista rosso, una condanna a vent’anni e sei mesi, un lungo periodo nell’ombra, poi un anno fa il suo nome è tornato a rimbalzare sulle cronache quando si è scoperto che aveva ottenuto il reddito di cittadinanza. Raimondo Etro, 63 anni, è stato uno dei protagonisti degli anni di piombo, di cui non rinnega nulla. «Meglio mani sporche di sangue che di acqua», è la frase pronunciata domenica sera nello studio di Non è l’Arena, programma de La7 condotto da Massimo Giletti. Il quale l’ha cacciato e per questo è stato preso di mira con minacce su Twitter: «Spero ti sparino in bocca».
L’espressione usata da Etro non è una sua invenzione. È tratta da un romanzo di Graham Greene, con un riferimento alla vicenda di Ponzio Pilato che, per non decidere, si lavò le mani con l’acqua. Sporcarsi le mani di sangue, nella versione di Etro, è inteso come la decisione di dedicarsi alla lotta armata piuttosto che restare inermi. Un’affermazione ancora più grave considerato il passato di Etro, condannato nel processo sul sequestro di Aldo Moro. Indignati gli ospiti della trasmissione Luca Telese e Daniela Santanché, proprio loro hanno chiesto l’allontanamento di Etro dallo studio. Ma lui, dai microfoni de La Zanzara su Radio 24, rincara la dose: «Giletti? Prima di andare in onda mi ha detto di andare giù duro. Chiedere scusa per la frase sulle mani sporche di sangue? No, non lo faccio. Piuttosto che essere Santanchè preferisco essere brigatista». Sconcertato Potito Perruggini, nipote di Giuseppe Ciotta, brigadiere della polizia ucciso a Torino nel 1977 da Prima Linea. «Perché si è dato tanto spazio e quindi potere a quest’uomo? Solo per fare audience o c’è dell’altro? Le domande sulla vita di oggi di questi terroristi (mai ex perché non ci sono ex vittime) sono tante ma nessuna trasmissione ha il coraggio di indagare fino in fondo purtroppo. Io so solo che il killer (anche di mio zio Giuseppe Ciotta) Enrico Galmozzi viene protetto e ha la possibilità di scrivere e pubblicare cose inaudite – conclude – A loro è concesso tutto. Perché le Procure in tutto questo non si muovono?».
Etro, oltre all’organizzazione del sequestro di Aldo Moro, ha partecipato anche all’assassinio del giudice Riccardo Palma, ma all’ultimo momento si è rifiutato di sparare. Nel 2019 ha fatto scalpore la richiesta e l’ottenimento del reddito di cittadinanza. In quell’occasione ha spiegato: «La mia vita l’ho buttata al vento, facendo però pagare il prezzo ad altri che non c’entravano niente. Perciò, se ci saranno proteste e il reddito di cittadinanza mi verrà ritirato, pazienza, non mi opporrò». Ha sostenuto di aver chiesto il sussidio «perché sto affogando, sono un vero povero, devo andare a fare le rapine? Sono iscritto a un centro per l’impiego dal 2017, ma fino a oggi non mi è arrivata una chiamata. Accetterei di tutto: farei le pulizie, lavorerei in un call center. Ma forse il lavoro in Italia oggi non c’è». Ma per Perruggini l’ex brigatista rosso «è palesemente uno squilibrato a cui Facebook, non si capisce per quale assurdo motivo, permette di avere una pagina aperta dove scrivere parole indicibili, violente e di una brutalità vergognosa. Che la persona in questione sia un disturbato che dovrebbe essere curato è talmente evidente che non si spiega però come un professionista come Giletti sia potuto cadere nella sua rete. Lo sgambetto era dietro l’angolo».

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