17 dic 2020:
Su PescaraFestival.it presentazione di Atlante del mondo che cambia. Le mappe che spiegano le sfide del nostro tempo di Maurizio Molinari (Rizzoli) (ore 17). Nicola Mirenzi sull’Huffington Post: «Basta sfogliare l’ultimo libro di Maurizio Molinari, Atlante del mondo che cambia (Rizzoli), per accorgersi immediatamente che nel pianeta tutto è collegato: l’emergenza ambientale, i conflitti che innescano le migrazioni, la classe media impoverita e spaventata dagli stranieri, l’ascesa dei partiti sovranisti e populisti, le discriminazioni e le lotte per l’uguaglianza: “Da sempre, le mappe hanno accompagnato l’uomo nell’esplorazione del mondo: gli hanno consentito di orientarsi, ma anche di guardare al di là dell’orizzonte, aiutandolo a scoprire percorsi nuovi. Gli equilibri politici, sociali ed economici continuano a cambiare. Eppure, le mappe rimangono le migliori compagne d’avventura di qualsiasi pioniere”. […] Le mappe, le ha disegnate lei? “Sono mappe diverse dalle cartine geografiche che siamo abituati a consultare: rappresentano i grandi fenomeni del nostro tempo, attraverso l’elaborazione di un numero enorme di dati che abbiamo a disposizione, dagli scontri per l’approvvigionamento di riso in Africa alle epidemie più pericolose che si sono diffuse negli ultimi anni. Il testo, invece, stabilisce delle connessioni tra le mappe e cerca di interpretarle”. Cosa ha scoperto che non sapeva già? “Negli ultimi due anni, l’umanità ha prodotto più dati di quanti ne siano stati creati in tutti i secoli precedenti. Il ritardo è nell’elaborazione di questa massa immensa di informazioni. Già osservare un fenomeno – per esempio, la parità di genere –, esprimendolo prima numericamente e poi graficamente, è sorprendente. Mai mi sarei aspettato, però, di raccogliere i dati degli attacchi cibernetici nel mondo e scoprire che la stragrande maggioranza proviene da tre Paesi soltanto: la Russia, la Cina, l’Iran”. Non proprio i Paesi più raccomandabili del mondo. “Sulla protezione, il controllo e l’elaborazione dei dati si gioca la sfida più impegnativa del nostro tempo: un grande terreno di scontro anche tra modelli politici diversi. Le dittature, infatti, tendono a usare i dati per opprimere, spiare, controllare. Le democrazie e le società libere, invece, dovrebbero usare i dati per custodire e arricchire i diritti delle persone, allargare le conoscenze, diffondere il sapere”».