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Il dolore provoca e interroga da sempre l’essere umano. Interessa dimensioni intime, le relazioni, il corpo, l’anima, la psiche, la medicina, nei suoi diversi aspetti, l’etica, la politica, l’economia, la legislazione, la spiritualità. Il fine è di ridurre il più possibile il dolore, di favorire la serenità nelle persone perché la vita sia la più umana possibile. Due medici e un prete propongono una riflessione sui diversi aspetti, attingendo alle loro esperienze e competenze. Post Covid: spunti per rielaborare l’accaduto“Non ha senso interrogarsi se saremo uguali a prima, migliori o peggiori. Siamo quello che già siamo e constatandolo potremo forse far emergere alcune sensibilità e attenzioni nascoste. Non è sufficiente un’emergenza perché questo avvenga. È necessario un percorso lungo di riflessione ed elaborazione. Rispetto alla sofferenza e alla morte qualcosa è cambiato o sta cambiando?” Pierluigi Di Piazza Il diritto a non soffrire: il punto di vista del palliativista“L’attuale progresso della medicina, che va sicuramente ben accolto e non demonizzato perché potenziale portatore di benefici, richiede sempre più scelte da parte di tutti gli attori della scena della cura, cittadini compresi. Informarsi, riflettere sulle informazioni e sulle alternative di cura, scegliere fra queste alternative, condividere queste scelte, individuare una persona di fiducia (fiduciario) che ci rappresenti in futuro quando non saremo più in grado di decidere, richiede un impegno razionale ed esistenziale che però è indispensabile mettere in campo per essere cittadini consapevoli e protagonisti dei nostri giorni. E, per quanto ci è dato di intuire, sempre più così sarà nel prossimo futuro.” Luciano Orsi Essere medico nel periodo della pandemia da coronavirus“Ho sempre avuto la convinzione che il medico non deve solo curare, ma prendersi cura delle persone, avere a cuore i loro problemi fisici e psicologici, favorendo la pratica di una medicina della persona. Solo relazionandosi in modo empatico con il paziente, attraverso un rapporto umano significativo, possiamo curarlo bene. La medicina “narrativa” e non solo curativa, come ben esplicitato anche dal professor Veronesi, si deve basare proprio su un senso e sentimento di relazione tra curante e curato.” Vito Di Piazza GLI AUTORI: Pierluigi Di Piazza è prete e fondatore del Centro di accoglienza per stranieri e di promozione culturale “Ernesto Balducci” di Zugliano (Udine). Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Fuori dal tempio (Laterza, 2011), Io credo (con M. Hack, Nuovadimensione 2012), Vivere e morire con dignità (con B. Englaro, G. Facchini Martini e V. di Piazza, Nuovadimensione, 2016) e Non girarti dall’altra parte (Nuovadimensione, 2018). Vito Di Piazza già primario di medicina interna per lungo tempo all’ospedale di Tolmezzo (Udine) e direttore del Dipartimento Medico dell’Azienda Sanitaria friulana n. 3, attualmente è medico Responsabile dell’RSA di Tolmezzo. Autore di diverse pubblicazioni in ambito medico, ha scritto Vivere e morire con dignità con B. Englaro, G. Facchini Martini e P. di Piazza, Nuovadimensione, 2016. Luciano Orsi medico palliativista, già direttore del Dipartimento di Cure Palliative all’ospedale Carlo Poma di Mantova e direttore della Rivista Italiana di Cure Palliative. Autore di diverse pubblicazioni, ha scritto Quando tutto è dolore (con S. Ambroset, Armando Editore, 2017), Dolore (con contributo di P. Galli Stampino, In Dialogo Editore 2018). |
Ho letto l’articolo sul tema del dolore e sull’importanza dell’elaborazione della sofferenza, del lutto, delle fatiche esistenziali. So quanto sia efficace e produttivo il lavoro interiore come approfondimento e ricerca del sé perché mi occupo da anni di questi temi attraverso la condivisione in gruppi e con lo strumento della scrittura. Sono infatti scrittrice con 15 testi pubblicati, docente di scrittura terapeutica anche attraverso Master di formazione con la mia metodologia registrata e Presidente dell’Associazione ” La cura di sé” i cui soci onorari che collaborano con noi sono Lo psichiatra Eugenio Borgna e lo psicoterapeuta Massimo Recalcati. Credo che sia oramai prioritario e necessario, dati anche i nostri tempi, puntare sempre più sulla formazione e investire sulla Cura come percorso esperienziale e di crescita per sé e la comunità. La Medicina Narrativa deve diventare un ottimo strumento di conoscenza e di tutela per la nostra salute. Ringrazio per questo i Dottori Pierluigi Piazza e Vito Di Piazza, per il loro importante contributo.
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