«Dieci milioni di lavoratori in meno tra disoccupati, inattivi e assenti non per cassa integrazione, malattia o ferie: è il bilancio temporaneo del Covid, ma in mancanza di ripresa potrebbe andare ancora peggio. I cassintegrati sono passati tra il primo e il secondo trimestre di quest’anno, calcola Eurostat, da 2,4 a 19,3 milioni. I Paesi più colpiti sono la Grecia, Cipro, la Spagna e la Francia. Le ore lavorate sono diminuite di oltre il 10%, con picchi di oltre il 20% in Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda e Cipro. Dati che fanno paura e che danno una chiave di lettura diversa delle statistiche consuete. Infatti se ci si limita a mettere a confronto gli occupati tra i 20 e i 64 anni del secondo trimestre di quest’anno e quelli del 2019 la Ue-27 è passata da poco più di 191 milioni di occupati a circa 187, 4 milioni di posti di lavoro persi. Sembrerebbe che il mercato del lavoro abbia tenuto meglio del previsto, e che le previsioni dell’Organizzazione mondiale del lavoro (Ilo), 12 milioni di posti persi nella Ue entro la fine di quest’anno, stiano risultando alla fine ingiustificate. Però poi a ben guardare le cose non stanno così, e le perdite potrebbero invece andare anche al di là delle previsioni dell’Ilo. E infatti l’Afi (società spagnola di analisi economica e finanziaria) calcola che a settembre la perdita di posti di lavoro rispetto ai livelli pre-pandemia sia già di 10,7 milioni, con una riduzione di 2 punti del tasso di partecipazione al mercato del lavoro» [Amato, Rep].
Nella prossima legge di Bilancio italiana sono previsti la proroga della cassa Covid, diversi sgravi contributivi per chi assume giovani, vantaggi fiscali per le aziende al Sud e rifinanziamento del bonus Renzi. Un sostegno al lavoro da 16-17 miliardi [Conte, Rep].