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- Nel nuovo ufficio confluiscono i giudici e le strutture dei tribunali minorili e le sezioni famiglia dei tribunali ordinari. Così nasce una struttura specializzata, anche con competenze penali.
- Questa riforma ha l’obiettivo anche di ridurre la distanza tra il giudizio ordinario e quello che nel tempo è diventato un rito diverso dagli altri e condizionato fortemente dalla presenza nei collegi giudicanti di giudici non togati.
- A mostrare una volontà bipartisan c’è il fatto che l’articolo del ddl è stato frutto dell’accorpamento di emendamenti presentati da tutti i gruppi parlamentari.
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Oggi esistono due strutture quasi parallele, il cui spartiacque è l’età anagrafica. Da una parte c’è il tribunale per i minorenni, istituito nel 1934, che si occupa di tutte le situazioni giuridiche – penali, amministrative e civili – che hanno come soggetti i minori di età. Si tratta di un tribunale di fatto indipendente, che ha risorse e organizzazione propri, oltre che giudici togati minorili e giudici onorari con competenze specifiche non di natura giuridica (generalmente psicologi o esperti di pedagogia). Con la maggiore età, il tribunale competente diventa quello ordinario e le questioni legate alla famiglia sono affidate a una sezione specializzata.
Il ddl civile punta a eliminare questo dualismo, creando un unico ufficio specializzato nelle questioni di famiglia, che riunisca in un solo tribunale ordinario le sezioni famiglia e i tribunali per i minorenni con le relative strutture e risorse oggi destinate.
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https://www.studiocataldi.it/articoli/42742-tribunale-della-famiglia.asp