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Alla ricerca del territorio perduto: la mappatura dinamica delle risorse
scheda dell’editore:
https://series.francoangeli.it/index.php/oa/catalog/book/921
RECENSIONE DI LUIGI COLOMBINI
La pubblicazione ripercorre e condensa con un approccio assolutamente originale, innovativo e Pedagogico – al fine di costituire il bagaglio fondamentale per i professionisti interessati – i passaggi, le modalità di lavoro, le verifiche, per la realizzazione della prima ed ineludibile condizione per lo svolgimento dell’attività: la conoscenza e lo studio della comunità, richiamando quello che può essere definito il “Servizio Sociale Professionale di Comunità”, tenendo conto del come essa si esprime nella sua declinazione formale ed informale, onde pervenire alla “Mappatura dinamica delle risorse, che costituisce un continuo processo “in fieri” della acquisizione necessaria e funzionale volta a promuovere l’ “empowerment” e l’autonomia dell’utente in condizioni di disagio del servizio a lui dedicato e rivolto.
A fronte di un odioso e vetusto sistema di assistenza ai malati di mente, che fu smantellato da Basaglia fin negli anni’60, ossia più di cinquanta anni or sono (due generazioni) e che fu sostituito dalla psichiatria di territorio, superando il concetto di “comunità terapeutica” (che comunque si svolgeva all’interno dell’ istituzione manicomiale), prospettata nella sua fondamentale pubblicazione “L’ istituzione negata”, è con la coraggiosissima legge n.180/1978 (anno eccezionale, per le politiche sociali e sanitarie (legge n.194, che ha riconosciuto alle donne il diritto di pro-creare e di decidere in merito, legge n. 833, che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale) che si è ridefinito il quadro di assistenza socio-sanitaria nei confronti delle persone in condizioni di disagio psichico.
Tenendo conto del modo con cui nel corso di 45 anni si sono realizzati gli interventi, le azioni e le attività nel contesto della psichiatria, l’ obiettivo fondamentale della pubblicazione è quello di una rivisitazione della legge e riattualizzarla secondo i suoi principi e le sue idealità: ricondurre le persone disagiate nella comunità e nel suo territorio, partendo dal presupposto che essa stessa, con le sue risorse, con le sue opportunità, con la sua “rete” promuove il processo di recupero e di riabilitazione delle persone disagiate.
Partendo dal classico presupposto per lo svolgimento dell’intervento sociale (chi, come, dove, quando, perché) Il cardine fondamentale della ricomposizione sul territorio dei programmi e delle azioni previste dalla legge n. 180/78 è stato la costituzione del CoLab, inteso quale uno spazio fisico esterno ai servizi di salute mentale in cui operatori, utenti, cittadini, volontari partecipano per svolgere attività di programmazione e implementazione di attività utili per la salute mentale.
Si caratterizza nella sua modalità di valorizzare e realizzare il “cum” quale riferimento culturale ed operativo dell’esperienza di gruppo vissuta quale maturazione umana e professionale e promuovere l’opportunità di inter-azione fra tutti i soggetti coinvolti, in cui si realizza un “sincretismo” delle professioni, ed in cui ciascuno concorre alla definizione del programma, secondo i canoni del gruppo “matriciale”, senza rapporti gerarchici, ma paritari.
In tale contesto la mappatura va intesa quale fondamento della conoscenza della comunità competente, disponibile ed accogliente, e quale metodo professionale che si poggia su basi scientifiche (ossia sperimentate, (“provando e riprovando”) verificate, ripetibili e replicabili.
Va inteso quale “modello” per la ricostruzione delle risorse e delle opportunità presenti nella Comunità, che gli operatori debbono osservare per realizzare al meglio il complesso coordinato degli interventi e delle azioni rivolti alle persone in condizioni di disagio psichico, sulla base di un “metodo” introiettare e condiviso, e quindi fondamento per la costruzione di un adeguato “habitus” professionale, che richiede ineludibili passaggi per la sua attuazione.
La lettura riservata alle interviste si caratterizza nel senso della “narrazione”, richiamando le tecniche dell’intervista prospettate dal prof. Ferrarotti negli anni ’50, e in cui si determinano e si specificano i ruoli e le funzioni degli operatori, fino a evidenziare il ruolo dell’Assistente Sociale di Borgosatollo, che in quanto “catalizzatore sociale” e promotore di inclusione (ha promosso la formazione dell’utente in una RSA), per stata come assistere ad un concerto (cum certare) diretto da competenti direttori di orchestra
La lettura e lo studio della pubblicazione “Alla ricerca del territorio perduto – La mappatura dinamica delle risorse a cura di Maria Cacioppo, Marco Terraneo, Mara Tognetti Bordogna”, mi hanno fatto rivivere nella memoria i tempi della passione, delle speranze, della volontà di acquisire sperimentare nuovi sentieri, nuovi percorsi, che animavano me ed i miei coetanei negli anni ’60 per cambiare e progredire verso una società più giusta ed in linea con lo sviluppo democratico, civile e sociale, propugnato dalla Costituzione, sorrette dalla doverosa e necessaria preparazione scientifica e professionale trasmessami dai maestri che mi hanno formato.
Ho quindi ritrovato i miei antichi Professori Ferrarotti, Maria Calogero, Angela Zucconi, Basaglia, Laing, riattualizzati nel loro insegnamento e nelle loro esperienze di vita.
LUIGI COLOMBINI