Benedetto Vertecchi, I bambini e la scrittura. L’esperimento Nulla dies sine linea, FrancoAngeli, 2024

I bambini e la scrittura

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Non si dice nulla di nuovo se si ricorda che larga parte degli apprendimenti acquisiti nel percorso scolastico si perdono in un tempo più o meno lungo. Restano gli apprendimenti che utilizziamo con qualche continuità o quelli che si collegano a specifiche esigenze della vita quotidiana. Quel che dovrebbe destare allarme non è, dunque, che si dimentichino elementi della conoscenza acquisita, ma che fra tali elementi ci siano quelli necessari per acquisirne altri: è il caso della lettura e della scrittura. Da un lato i cambiamenti intervenuti nelle condizioni della vita quotidiana hanno ridotto la necessità di usare il linguaggio scritto, dall’altro i nuovi dispositivi per la scrittura digitale hanno prodotto un progressivo impoverimento delle operazioni mentali necessarie a produrre testi alfabetici. Nelle scuole si vedono bambini che vergano faticosamente i caratteri alfabetici o che non riescono a tracciare sulla carta i numeri nel modo più opportuno per svolgere un’operazione aritmetica. In altre parole, si è interrotta la continuità virtuosa tra l’attività mentale e quella motoria, tra percezione e manualità. Rilevare simili tendenze non significa rifiutare le opportunità offerte dallo sviluppo tecnologico, ma riaffermare la priorità delle scelte educative rispetto ai condizionamenti del mercato.
Partendo da simili considerazioni è stato organizzato dal Laboratorio di Pedagogia sperimentale dell’Università Roma Tre un esperimento didattico che ha coinvolto più di 380 allievi delle classi terze, quarte e quinte di due scuole elementari.
Riprendendo ciò che Plinio e, prima di lui, Apelle avevano sostenuto circa la necessità di un impegno continuativo, si è svolta, d’accordo con gli insegnanti, un’attività che prevedeva un quarto d’ora di scrittura quotidiana, rigorosamente manuale. L’esperimento si è protratto per quasi quattro mesi e ha consentito di raccogliere oltre 28 mila documenti manoscritti.

Contributi di: Francesco Agrusti, Gabriella Agrusti, Silvia Alderoqui, Cinzia Angelini, Lucia Carletti, Maria Vera Caruso, Laura Corcione, Francesca Corradi, Maria Luisa Eboli, Daniela Napoleoni, Emma Nardi, Antonella Poce, Pier Filippo Polidori, Andrea Rizzi, Teresa Sacchi Lodispoto, Gilberto Scaramuzzo.

Benedetto Vertecchi ha insegnato nelle Università di Sassari, Ferrara, La Sapienza e Roma Tre. È Direttore di Cadmo. Giornale Italiano di Pedagogia sperimentale. Suoi interventi sull’attualità educativa appaiono in Minima educationis
minimaeducationis.wordpress.com

INDICE:

Benedetto Vertecchi, Perché Nulla dies sine linea. Ovvero, la saggezza di Plinio
Benedetto Vertecchi, Problemi di metodo
Benedetto Vertecchi, Le ipotesi, l’esperimento, gli intenti
A.A.V.V. Il farsi della ricerca
Francesco Agrusti, Evidenze lessicometriche dal corpus Nulla dies sine linea
Emma Nardi, I bambini e l’arte del dire
Gabriella Agrusti, Le parole per scrivere
Cinzia Angelini, Pensiero e scrittura. Una relazione circolare
Antonella Poce, Tracce di tecnologia nella scrittura dei bambini
Gilberto Scaramuzzo, “A scuola ho imparato a …”
Maria Luisa Eboli, Pier Filippo Polidori, Apprendimento e nuove tecnologie: il contributo delle neuroscienze
Silvia Alderoqui, Escrituras escolares personales. Una mirada a los cuadernos de alumnos argentinos 1930-2014
Appendice. Gli stimoli nel progetto Nulla dies sine linea
Riferimenti bibliografici.

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