Friendly – Almanacco della società italiana, a cura di Laura Balbo,Anabasi, Milano 1993

Friendly – Almanacco della società italiana, a cura di Laura Balbo, Anabasi, Milano 1993


Il progetto

Abbiamo messo insieme un album di tracce e immagini friendly. Ci interessava capire se attraverso notizie di cui leggiamo sulla stampa, o qualche informazione più approfondita che ci arriva, in qualche modo si intuisca e si tematizzi la dimensione friendly. Sono frammenti, accenni, flash, raccolti nell’arco dell’anno che è passato, e che proponiamo all’inizio del 1993.

La pubblicazione che presentiamo è un numero zero. La riproporremo negli anni a venire, pur consapevoli del fatto che friendly, la nostra parola chiave, e l’idea stessa di questo progetto possono sembrare paradossali, fuori luogo, sbagliate. Nel corso dell’anno in effetti ci siamo chiesti – man mano che, con drammaticità imprevista, il quadro si faceva più negativo – se aveva senso mantenere la prospettiva che ci eravamo dati. Ma non pensiamo si possa continuare a vivere senza uno scenario in avanti. Al presente nessuna proposta viene avanzata, non ci sono progetti collettivi, che mirino a costruire, inventare, innovare, appunto rispetto alle condizioni della vita quotidiana.

E un progetto, dunque, su cui vogliamo continuare a lavorare; dandogli, se sarà possibile, respiro comparativo a livello europeo.

L’obbiettivo è di svolgere una funzione di tematizzazione; forse, di anticipazione. Questa idea, di cui cogliamo frammenti e tracce, vogliamo che se ne ragioni, che trovi spazio nel dibattito sul sociale, che sia messa in circolazione nelle teste e nei discorsi.

Tracce di vivere friendly ne abbiamo trovate: sono esempi di strategie individuali e di organizzazione dal basso e di autorganizzazione; sono ‘ idee innovative, sperimentazioni, applicazioni di ‘ tecnologie e progetti significativi. Quelle di cui ci occupiamo sono in genere notizie che non stanno nei titoli ne nelle prime pagine: sono confinate nella cronaca, spesso liquidate in pò- . che righe. Tuttavia ce ne sono: non sempre facili da interpretare; alcune, in verità, assai ambigue. Abbiamo incluso anche il falso friendly. E ci sono fatti che paiono andare nella direzio- i ne friendly, ma informazioni successive mettono in forse che siano davvero tali; iniziative che sono state bloccate o che comunque non sono andate avanti; indizi apparentemente friendly, ma non ne eravamo del tutto sicuri.

‘ Seguendo questo filo di ragionamento, abbiamo, molto semplicemente, selezionato e raccolto, dalla stampa quotidiana del 1992, notizie che in qualche modo alludessero a una dimensione , friendly di rapporti o regole sociali. Queste immagini e tracce – esili, frammentate – le proponiamo, e proponiamo di rifletterci su.

Riguardano attività e luoghi del vivere quotidiano: l’abitare, lo spostarsi, il sentirsi sicuri, lo stare bene, quanto si aspetta e che aria si respira e che acqua si beve. Dunque, non gli eventi pubblici, la politica e l’economia, le guerre e le relazioni internazionali: ciò che soprattutto riempie i giornali. Neppure riprendiamo previsioni di difficoltà, disfunzioni, inefficienze, disastri: è prevalentemente in questa chiave che ci vengono presentati i dati dell’esperienza quotidiana, mentre assai minore è l’attenzione prestata a dati e fatti del vivere “normale” e quotidiano. Quando qualcuno se ne occupa, è per drammatizzare il “caso umano” e giocare su aspetti di sensazionalismo o di scandalo. Notizie che magari ci colpiscono, ma che non parlano di “noi”. Aggiungiamo che il peso delle informazioni un-friendly sul totale raggiunge probabilmente il novantanove percento di tutte quelle pubblicate, tanto che anche a noi, nel fare questa rassegna, è stato diffìcile non farci assorbire dai fatti disastrosi della quotidianità italiana, onnipresenti e tanto drammatici; dalle innumerevoli vittime di violenza, sopruso, abbandono; dai segnali di impotenza e sfiducia. Ne è piena, non solo l’informazione, anche la nostra vita.

‘ Sommersi come siamo da un flusso di informa-, zioni tarate in modo diverso, noi stessi siamo ; orientali al “peggio”; segnati in questo senso nell’immaginario cosi come nella memoria. I segnali friendly vale allora la pena di farceli tornare all’attenzióne.

Il libro presenta queste notizie, spesso ignorate i o dimenticate. Esplora, mette insieme, propone:  è a un tempo una mappa, un catalogo, una vetrina dell’offerta che è possibile trovare: fatti segnalati, iniziative, idee, programmi, prodotti, i contesti organizzativi, sperimentazioni in atto. Ciò che offre il mercato, o che viene sperimentato in istituzioni del sociale, o ancora, pratiche e “invenzioni” individuali.

E probabile che a coloro che si occupano specificamente, o magari professionalmente, dell’uno o dell’altro aspetto,quel che abbiamo da dire sia ben noto; e che dispongano di molte altre informazioni. La ricomposizione che abbiamo tentato, se si guarda a specifici settori o temi, apparirà parziale, forse inutile. Ma il quadro complessivo, con ogni probabilità, in questo momento non lo ha nessuno.

Abbiamo cercato di descrivere i dati e le condizioni propri della nostra società cosi come si presentano a chi ci vive. Abbiamo dato grande spazio alla dimensione fìsica e simbolica dei contesti locali, concreti, del vivere quotidiano. Però ci guardiamo anche intorno, viaggiamo, leggiamo giornali stranieri, abbiamo contatti, occasioni di lavoro in giro per il mondo. Dunque, il quotidiano corrisponde a una dimensione locale che però è dentro-l’Italia-dentro-l’Europa-dentro-il-mondo. Per usare una categoria più generale, corrisponde all’esperienza del vivere nella tarda modernità, nel senso che Anthony Giddens e Ulrich Beck danno a questo termine.

Operativamente, si è proceduto in questo modo: il comitato scientifico ha impostato le scelte di concettualizzazione e le ipotesi complessive. Il gruppo di lavoro ha messo a punto i criteri metodologici relativi alle fonti da utilizzare, a come selezionare ” il materiale e a come organizzarlo. Lo spoglio della stampa è stato fatto su diciotto quotidiani nazionali, scelti per assicurare la pluralità delle voci e una soddisfacente varietà territoriale, nel periodo dal gennaio al dicembre 1992, e su alcuni settimanali. Non facciamo invece riferimento a pubblicazioni specializzate, mentre, occasionalmente, abbiamo ripreso notizie da pubblicazioni straniere e mensili.’ Nel riportare i dati2  abbiamo scelto in base all’efficacia della presentazione, al fine di richiamare alla memoria informazioni o, anche, emozioni: è per questo motivo che i quotidiani a ‘ carattere nazionale sono i più presenti. Rileggendo i ritagli e guardando le immagini ci si sente sollecitati, si ricorda, si riflette a quanto nel corso di un anno ci ha raggiunto, senza che ci sia stato tempo per elaborare questi stimoli. Ritroviamo eventi di un passato vicino, poi mai sviluppati. Ci domandiamo, per esempio: che ricadute hanno avuto, che cosa è successo dopo, si riproporranno in futuro? E soprattutto: possono servirci in qualche modo per cogliere linee di tendenza, per individuare l’agire secondo rapporti e regole friendly, o anche solo il desiderio di qualcosa che vada in quella direzione?

Qualche cenno sull’organizzazione del testo. Abbiamo lavorato su nove aree, che corrispondono ad attività e ambiti centrali del vivere. Sono:

Abitare, Aspettare, Essere consumatori e utenti, Natura-aria-acqua, Sentirsi sicuri, Starbene, Sposarsi, Tempo-per-sé, Vivere-con. Per ciascuna vengono presentati i ritagli di stampa che abbiamo selezionato (proposti in modo breve, con le stesse parole dei giornali da cui li abbiamo tratti, e senza commenti) e immagini: alcune di cronaca, , che si riferiscono agli stessi avvenimenti, alcune evocative; per illustrare la dimensione friendly, ma, altre, per ricordarci il contesto unfriendly in cui quotidianamente si vive.

Segue un commento, che è lo spazio in cui si cerca di ricollegare i fili del ragionamento. A questo fine, abbiamo chiesto ad alcuni studiosi della società italiana – che consideriamo sensibili a una proposta di lavoro in questa direzione, e in grado di fornire un contributo sia critico sia di arricchimento -, di interpretare con noi i dati. Soprattutto abbiamo provato a ragionare insieme sulle tracce raccolte (come leggerle, che implicazioni potrebbero avere) e sull’ipotesi complessiva. Ha senso, abbiamo chiesto -sulla base delle conoscenze e delle idee che ciascuno ha per il proprio settore di lavoro – mettere la dimensione friendly al centro di una analisi e di una proposta? Quali nodi emergono, alcuni dei quali riusciamo ad approfondire, mentre altri li segnaliamo soltanto?

I principali ambiti disciplinari e teorici di riferimento sono gli studi sulla “modernità”, sull'”innovazione sociale”, e sulla “vita quotidiana”. Ci sono stati suggeriti riferimenti alla letteratura e al dibattito, non soltanto sociologici; ci sono state fornite conferme, ma anche manifestate perplessità. Abbiamo dato spazio a proposte di integrazione, e a idee per ricerche da fare in futuro, e anche ad (apparenti) divagazioni.

‘ Per integrare e approfondire, ma soprattutto per andare oltre, abbiamo incluso un certo numero di tabelle e grafici (il testo non ha note; e soltanto pochi riferimenti bibliografici, relativi a contributi recenti). E per ogni voce presentiamo alcune schede, intese a definire un concetto, a illustrare con un esempio un’ipotesi innovativa, e in molti casi ad aprire un passaggio ulteriore. Infine c’è un breve glossario: sarebbe utile costruire, su questi temi, un linguaggio comune.

Una precisazione va fatta: le nove aree coprono solo parzialmente le attività e gli ambiti che con

sideriamo rilevanti (avevamo inizialmente previsto di elaborare anche comunicare, denaro, e lavorare). Ci sembra comunque che il materiale che presentiamo basti per cogliere il senso dell’esperimento che con questa pubblicazione abbiamo voluto fare. Completare e arricchire il lavoro avviato è ciò che ci proponiamo per il futuro.

(L’anno che è passato, è anche il caso di osservare, sembra corrispondere ad un momento particolare per la società italiana: si notano forti indicazioni di discontinuità, anticipazioni di qualcosa che potrebbe essere diverso, anche e forse i soprattutto nel contesto della vita quotidiana. Tutto questo andrà tenuto sotto osservazione.

Va detto infine che per l’una o l’altra area emergono connotazioni che caratterizzano l’Italia nel confronto con altri paesi, o che suggeriscono interrogativi su possibili sviluppi futuri. Una fonte !, che abbiamo trovato utile per ragionare sul “caso italiano” è la serie di pubblicazioni intitolate Recent Social Trends^ apparse nell’autunno 1992 come risultato di un progetto di ricerca internazionale. Non esiste uno studio “gemello” per l’Italia; tuttavia questo costituisce un riferimento e uno stimolo per dei ragionamenti compa-‘ rativi, che abbiamo qualche volta suggerito^

Nel futuro intendiamo rendere questo progetto più interdisciplinare. Andrà raccolta una maggiore quantità e gamma di informazioni, utilizzando altre possibili antenne per cogliere la dimensione friendly, dovunque la si riesca ad individuare. Sarà forse adottata una metodologia diversa.

E vogliamo fare comunicazione su questi temi. Il progetto, la forma grafica, il linguaggio, mirano a far si che non si rimanga nell’ambito di interesse di qualche “specialista del sociale”. Sulla dimensione friendly, ci sembra utile che si sia in molti a interrogarsi.

; E osserviamo infine che, nel corso di un anno ; straordinariamente unfriendly, lavorare in que-i sta prospettiva ci ha fatto riflettere; e anche, un ‘ poco sollevato.

‘ I quotidiani sono: Corriere della sera, la Repubblica, La Stampa, II Sole-24 Ore, L’Indipendente, II Giorno, II Giornale, II Messaggero, II Resto del Carlino, La Nazione, II Mattino, II Secolo XIX, Roma, II Gazzettino, l’Unità, il Manifesto, Italia Oggi. I settimanali sono [‘Espresso, Panorama, I/Europeo, Epoca, Mondo Economico, Donna Moderna, il Salvagente.

2 Non abbiamo considerato notizie nel senso che qui interessa, e quindi non sono stati ripresi, dati tratti da sondaggi e ricerche, che spesso i mezzi di informazione viceversa presentano come dati di fatto.

“‘ Si tratta delle quattro pubblicazioni parallele, Recent Social Trends, 1960-1990, frutto di un progetto di ricerca comune, relative a Stati Uniti, Germania, Francia e Quebec, pubblicate congiuntamente da Campus Verlag e McGill-Queen’s University Press, 1992. I dati relativi alla Francia sono stati pubblicati in lingua francese (LOUIS DIRN, La So-cieté Francaise en Tendances, Paris, Presses Universitaires de France, 1990).

4 Per i dati sull’Italia sono stati utilizzati in particolare:

CENSIS, XXV Rapporto/1991 sulla situazione sociale del Paese, Milano/Angeli, 1991; CENSIS, Rapporto/1992 sulla situazione sociale del Paese, Milano, Angeli, 1992; ISPES, Rapporto Italia 1992, Koinè Edizioni.

Per altri dati di confronto si è fatto riferimento a fonti Eurostat, OCDE e CEE. In particolare:

OCDE, Employment Outiook, 1991; OCDE, Migration. The Demo-graphic Aspects, 1991; OCDE, Economie Outiook. Historical Sta-tistics, 1992; EUROSTAT, L’Europa in Cifre, 1992. ‘Inoltre: JOHN NAISBITT & PATRICIA ABURDENE, Megatrends 2000, New York, Avon, 1990; Megatrends for Women, New York, Villard Books, 1992.

(pagg. 11-14)

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