Sarà perché, come scrive il filosofo Emanuele Severino, “la poesia dà ai mortali l’ultimo e più alto bagliore della felicità”, o perché affidare al canto poetico la nostra capacità visionaria di interpretare il mondo ci illude di renderlo immortale e di poterlo consegnare all’umanità di tutti i tempi, di fatto, nell’incertezza dei nostri giorni, la poesia torna ad essere luminosa protagonista, come dimostrano i numerosi siti che abitano la rete: W la poesia; Poesia creativa; Poetare; Poeti per caso, per nominarne solo alcuni. Oltretutto, in quanto creazione artistica, la poesia si sta rivelando anche un utile strumento terapeutico. Come mai?
Ammettiamolo. Almeno una volta nella vita ci è successo di affidare alle parole poetiche un malessere, uno stato d’animo in dissonanza con ciò che ci circonda, una celebrazione con la Terra e la natura, una necessità di raccoglimento e di silenzio, di segreta introversione.
Scrivere poesie, dunque, è un gesto nostro, un atto creativo che non richiede obbligatoriamente un destinatario. La poesia di per sé non deve essere per forza definita ….
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Buona mattina a te!
Appena possibile ascolto i file che ha linkato Luciana nel suo bellissimo articolo.
a presto!
a.
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da qui un caro saluto
a te, preziosa redattrice di Muoversi Insieme
ciao
paolo
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