Ecco riassunte le principali novità del provvedimento
In sintesi
Il gettito proveniente da numerosi tributi erariali viene spostato dallo Stato ai comuni, che riceveranno direttamente, per intero o in percentuale l’imposta di registro, ipotecaria e catastale, l’Iva, l’imposta di registro e bollo sui contratti di locazione relativi agli immobili. Viene inoltre istituita un’imposta sostitutiva sui canoni di locazione (cedolare secca).
Le fasi
Tra il 2011 e 2013 gli enti riceveranno il gettito dei tributi immobiliari (che manterranno l’assetto attuale) Dal 2014, a parziale sostituzione delle attuali imposte saranno introdotte l’Imu (imposta municipale unica) e l’imposta municipale secondaria.
La perequazione
Per i primi 3 anni i tributi finiranno in un “fondo sperimentale di equilibrio” da cui saranno ripartite le risorse tenendo conto del fabbisogno di spesa dei singoli comuni e dei risultati conseguiti nella lotta all’evasione fiscale. I fondi nazionali integreranno il mancato gettito.
Per i comuni sotto i 5mila abitanti ci saranno modalità differenziate.
Quando nel 2014 la riforma del fisco comunale andrà a regime sarà istituito un fondo di perequazione per garantire i livelli essenziali dei servizi. La sua entità, si legge nel testo del decreto, sarà “periodicamente aggiornata e le relative fonti di finanziamento ridefinite”.
Il fondo sarà diviso in due: la prima fetta riguarderà le funzioni fondamentali, la seconda le funzioni non fondamentali. Le Regioni istituiranno quindi due fondi nel bilancio alimentati dal fondo perequativo: uno a favore dei Comuni uno a favore delle Province.
L’addizionale Irpef
I comuni avranno la possibilità di aumentare l’addizionale Irpef già a partire da due mesi dall’entrata in vigore del decreto. Il tetto è dello 0,4% e, comunque l’addizionale non potrà salire oltre lo 0,2%. L’intervento interesserà il 44% dei comuni.
L’Imu
La nuova Imposta municipale unica partirà dal 2014 e sostituirà l’Ici (non sulla prima casa), l’Irpef sui redditi fondiari dei beni non in affitto e le relative addizionali. L’aliquota sarà dello 0,76%, potrà essere aumentata o diminuita dai sindaci dello 0,3%. I municipi incasseranno anche un tributo sulle compravendite (3% sulle prime case, 7% sulle seconde).
L’imposta municipale facoltativa
Ingloberà alcune forme di prelievo “secondarie”: la tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche, il canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche, l’imposta comunale sulla pubblicità e i diritti sulle pubbliche affissioni, il canone per l’autorizzazione all’installazione dei mezzi pubblicitari.
Cedolare secca
Si tratta di una tassa “secca” sugli affitti. I proprietari di immobili in locazione potranno scegliere di pagare all’erario direttamente il 19% sul canone annuo (per i canoni concordati) o il 21% (per i canoni liberi). In questo modo non dovranno più corrispondere l’Irpef sulle locazioni, le addizionali regionale e comunale, e gli introiti dell’affitto non faranno cumulo con il reddito. Ai comuni andrà il 21,7% del gettito per il 2011, il 21,6% a decorrere dal 2012.
Tassa sul turismo
Potranno istituirla i capoluoghi di provincia e i comuni considerati località d’arte o turistiche. Interesserà i visitatori che pernotteranno in queste località e potrà arrivare a un massimo di 5 euro a notte.
L’imposta di scopo
Creata nel 2006 per finanziare opere pubbliche e interventi, è stata “allargata”: i Comuni potranno introdurla e destinarla a un numero maggiore di interventi. La tassa potrà avere una durata massima di 10 anni e potrà finanziare l’intera opera.