La mia vita di ogni giorno
è preoccuparmi di ciò che ho intorno
sono sensibile ed umano
probabilmente sono il più buono
ho dentro il cuore un affetto vero
per i bambini del mondo intero
ogni tragedia nazionale è il mio terreno naturale
perché dovunque c’è sofferenza
sento la voce della mia coscienza.
Penso ad un popolo multirazziale
ad uno stato molto solidale
che stanzi fondi in abbondanza
perché il mio motto è l’accoglienza
penso al problema degli albanesi
dei marocchini, dei senegalesi
bisogna dare appartamenti
ai clandestini e anche ai parenti
e per gli zingari degli albergoni
coi frigobar e le televisioni.
È il potere dei più buoni
è il potere dei più buoni
son già iscritto a più di mille associazioni
è il potere dei più buoni
e organizzo dovunque manifestazioni.
È il potere dei più buoni
è il potere dei più buoni
è il potere… dei più buoni…
La mia vita di ogni giorno
è preoccuparmi per ciò che ho intorno
ho una passione travolgente
per gli animali e per l’ambiente
penso alle vipere sempre più rare
e anche al rispetto per le zanzare
in questi tempi così immorali
io penso agli habitat naturali
penso alla cosa più importante
che è abbracciare le piante.
Penso al recupero dei criminali
delle puttane e dei transessuali
penso allo stress degli alluvionati
al tempo libero dei carcerati
penso alle nuove povertà
che danno molta visibilità
penso che è bello sentirsi buoni
usando i soldi degli italiani.
È il potere dei più buoni
è il potere dei più buoni
costruito sulle tragedie e sulle frustrazioni
è il potere dei più buoni
che un domani può venir buono
per le elezioni.
È il potere dei più buoni
è il potere dei più buoni
è il potere… dei più buoni…
Leggi tutto il testo su: http://singring.virgilio.it/testi/giorgio-gaber/testo-il-potere-dei-piu-buoni.html
Il potere dei più buoni è il lamento prorompente della maggioranza invisibile del Paese, quella che regolarmente, costretta un po’ a vergognarsi per avere lavorato e fatto il proprio dovere, soggiace ad ogni piccolo e macroscopico diritto di ogni minoranza, a volte protetta anche nella propria illegalità. Sorretta in una visione radical chic dell’impegno civile e politico da un sentimento misto, tutto italiano, di solidarismo cattolico e di egualitarismo postcomunista.
Nobili ideali, pessime applicazioni quotidiane. Non è quello di Gaber, compagno di viaggio e utopie giovanili, un inno alla cattiveria, né all’egoismo piccolo borghese, solo una denuncia provocatoria. Una denuncia trascinata da un testo esemplare per efficacia e da una musica appropriata nel suo scandire il crescendo dell’indignazione fino al libertario con i “soldi degli italiani”.
Una denuncia che smaschera l’ipocrisia di un certo atteggiamento sociale e politico, critico verso le intolleranze altrui fino al momento in cui non deve fare i conti personalmente con le emergenze, gli immigrati, la delinquenza, eccetera. In un salotto, in una villa, su una bella auto, la forza di gravità del sociale è molto, molto più sopportabile.
Di buone intenzioni sotto vuoto, protette nel vetro antiproiettile di una teca, il mondo è pieno. Ma è meglio un generosità di facciata, di anime belle, o quella più facile e autentica che cresce, seppur a fatica, lungo le strade del mondo?
Ferruccio De Bortoli, in LA MIA GENERAZIONE HA PERSO, Il Sole 24 Ore, collana io mi chiamo G, 2011
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