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tale Mimmo Pantaleo che è, leggo, il segretario generale della Cgil scuola. Quando il giornalista gli fa notare che già esistono università di serie A e di serie B, lui risponde: “Per il privato sì. Ma a noi non interessa. A noi interessano i concorsi e lì devono essere tutti uguali”. Come a dire: a noi del progresso generale della società non ce ne importa una beata mazza, a noi interessa coltivare il nostro giardino di dipendenti statali, anche perché è all’interno dello stato e del parastato che noi sindacati abbiamo sempre fatto il bello e il cattivo tempo, è lì che abbiamo conquistato posizioni di potere e non vorrete mica che ci rinunciamo proprio adesso! E’ la classica posizione conservatrice della Cgil, che rifiuta di ragionare sulle prospettive più ampie di riforma, se queste possono mettere a repentaglio il suo orticello: sono i “camussosauri” che, per esempio, respingono sdegnati di prendere in considerazione le proposte – magari anche solo per analizzarle seriamente – di un Ichino.
cadavrexquis: Di riforme universitarie, titoli di studio e studenti “sfigati”.
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