La tentazione del muro. Lezioni brevi per un lessico civile di Massimo Recalcati (Feltrinelli). Ezio Mauro su la Repubblica: «Ma se davvero nulla sarà più come prima, alla fine della pandemia, dove troveremo le parole per raccontarlo? Una riformulazione del concetto di società non può avvenire per caso e spontaneamente, come un’opera di semplice buona volontà o un postumo della grande paura, senza l’ambizione e la fatica di una ri-creazione della cittadinanza e della rappresentanza, di una reinvenzione del lavoro e del capitalismo, e quindi necessariamente di una riformulazione della democrazia: partendo, per necessità, dalla ricostruzione di un lessico civile capace di esprimere i fondamenti, le tensioni e il potenziale dell’epoca nuova in cui dovremo infine entrare. Massimo Recalcati ha compiuto questo viaggio concettuale tra le parole che dovrebbero segnare il perimetro dello spazio pubblico più vasto, nel quale agisce il meccanismo di scambio, riconoscimento e relazione tra i cittadini. Lo ha fatto prima che arrivasse il morbo con la sua forza cieca capace di destrutturare gli equilibri in cui vivevamo, e di cambiare la scala delle nostre priorità. Letto oggi, attraverso la lente deformante dell’infezione universale, il suo libro (La tentazione del muro, Feltrinelli) diventa una dogana tra le due età del prima e del dopo, una selezione precisa tra valori, pulsioni, istinti e passioni, utile per capire cosa salvare nella nuova stagione e cosa invece lasciar affondare senza rimpianti nei residui del virus, perché aveva già avvelenato la nostra vita, prima di lui. Dov’eravamo rimasti? Nella società che si crede protetta e garantita Recalcati cerca le spie di un disagio della civiltà, e le trova nel degrado neolibertino dell’individualismo (che radicalizza la libertà a licenza, rigettando ogni limite) e nella trasfigurazione del confine in muro, che smarrisce la dimensione del transito, dell’incontro e dello scambio» (leggi qui).