Al Teatro Carlo Goldoni di Livorno, la settima giornata del XVII Congresso del Partito Socialista Italiano. Parla poi Bordiga, secondo cui la maggioranza del congresso si è posta fuori dalla Terza Internazionale, e pertanto i delegati della mozione comunista abbandonano la sala. Subito dopo i comunisti escono dal Teatro Goldoni cantando L’Internazionale e si riuniscono al Teatro San Marco. È una sistemazione di fortuna. L’edificio, utilizzato come deposito di materiali del Regio Esercito durante la Prima guerra mondiale, è privo di posti a sedere, e i delegati devono ripararsi con l’ombrello dalla pioggia che entra dai vetri rotti delle finestre e dagli squarci nel tetto. Il Congresso si svolge in due sessioni nel corso di una sola giornata e si limita a dare al nascente partito un primo inquadramento organizzativo. La sessione mattutina ospita i saluti dei delegati stranieri Kabakčiev, Bloch, Humbert-Droz, Balfour, Böttcher e Hansen e gli interventi di Bruno Fortichiari a nome del Comitato centrale della frazione, di Luigi Polano per i giovani, di Ortensia De Meo per le donne e di quattro operai e sindacalisti. Nella seconda sessione è votato un ordine del giorno firmato da Fortichiari che dichiara costituito il Partito Comunista d’Italia – Sezione dell’Internazionale Comunista. Milano è scelta come sede centrale del partito e dell’organo ufficiale Il Comunista, bisettimanale. Infine viene eletto il Comitato centrale nelle persone di Bordiga, Grieco, Parodi, Sessa, Tarsia, Polano, Gramsci, Terracini, Belloni, Bombacci, Gennari, Misiano, Marabini, Repossi e Fortichiari.
La denominazione di Partito comunista d’Italia resterà in vigore fino allo scioglimento dell’Internazionale nel 1943, quando il partito riemergerà col nome di Partito Comunista Italiano dalla clandestinità in cui è stato posto nel 1926 dal Regime fascista.