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- Dopo due anni di pandemia, una crisi economica, e una guerra mondiale con rischio nucleare, forse sarebbe stato il caso di eliminare per sempre questa domanda dal vocabolario comune.
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Invece l’innocua frase interrogativa continua a farsi strada, come sempre, all’inizio di ogni dialogo. E noi non sappiamo più come rispondere.
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Evitarlo, tacere, rimanere vaghi. Qualche consiglio su come comportarsi.
– Evitarlo. Lo so, può sembrare difficile, anni di sforzi per imparare questa rapida formula di cortesia e ora siamo costretti a rimuoverla. Ma fidatevi, è la cosa migliore. Per iniziare una conversazione, dopo il «ciao», possiamo sostituire il «come stai?» con frasi tipo «freddo oggi eh?», oppure «incredibile, prima Dostoevskij non se lo calcolava nessuno e ora è tornato di moda», o «che bel cappotto che hai», anche se l’altro indossa una orribile paladrana arancione fluo (che è tornato di moda, a dimostrazione del fatto che le sventure non arrivano mai da sole).
– Tacere. Non rispondere niente. Zittirsi. Ammutolirsi. Far credere all’altro di stare parlando con un fantasma. Probabilmente sarà la fine di una amicizia, ma l’inizio della vostra pace personale. Provare per credere.
– Evitare di chiedere «e tu?». Nel malaugurato caso in cui non si sia riusciti ad evitare che vi facessero la fatidica domanda, cercate di evitare di farla a vostra volta, perpetrando così questo vortice di disagio infinito. Sembrerete menefreghisti, ma dentro di voi saprete che in realtà si è trattato di un atto di generosità e filantropia.
– Rimanere vaghi. Una valida alternativa può essere poggiare le mani sui fianchi, guardare in alto, e con espressione emblematica emettere un flebile e lungo «eeeeehhhhhhh», senza aggiungere nient’altro. E se l’interlocutore chiedesse spiegazioni rispondere con un «maaaahhhh».
