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- Il ruolo che il ministero della Giustizia durante il governo Draghi attribuiva a Cospito era quello più di un ideologo che di un capo che passava ordini specifici.
- Il regime del 41 bis gli ha certo tolto la voce – almeno fino a quando non è iniziata la processione di parlamentari che lo visitano e ne riportano le idee – ma ha senza dubbio rafforzato l’influenza di suoi scritti già in circolazione. Difficile che Cospito, da Sassari dove era rinchiuso o da Opera dove si trova ora, potesse fornire indicazioni precise per specifiche azioni.
- Invece è diventato un simbolo, usato anche dai boss della criminalità organizzata che da sempre contestano un regime carcerario che a loro si impedisce di comandare a distanza.
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La mattina del 7 maggio 2012 due uomini in modo gambizzano l’ingegner Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare. Uno dei due è Alfredo Cospito, che poi per questo e altri reati verrà condannato.
Secondo il ministero della Giustizia, Cospito non è un solitario, ma la Corte di assiste di Torino con la sentenza del 2019 lo ha riconosciuto come “capo e organizzatore di una associazione con finalità di terrorismo”
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