Carla Capponi, Con cuore di donna. Il Ventennio, la Resistenza a Roma, via Rasella: i ricordi di una protagonista, il Saggiatore

scheda dell’editore:

https://www.ilsaggiatore.com/libro/con-cuore-di-donna-2

Quando l’Italia entra in guerra il 10 giugno 1940, Carla Capponi è una ragazza di vent’anni come tante altre. Quando arriva il 25 aprile 1945, è una delle partigiane che hanno liberato il paese dal nazifascismo. Questo libro racconta la sua storia, una testimonianza fondamentale della Resistenza, delle sue profonde ragioni e dei sentimenti che la animarono. 

Con cuore di donna ripercorre l’esistenza di Carla Capponi descrivendo com’è nata e com’è cresciuta la sua opposizione al regime: dall’infanzia e dal rapporto con il padre alla vita durante il Ventennio fascista; dall’adesione ai Gap, i Gruppi di azione patriottica, in lotta contro l’occupazione nazista di Roma, fino alla partecipazione attiva all’attacco di via Rasella, uno degli episodi più coraggiosi e più discussi della Resistenza; dalla rappresaglia tedesca con l’eccidio delle Fosse Ardeatine fino alla liberazione e al dopoguerra. 

Arricchita da una prefazione inedita di Michela Ponzani, quest’opera non è però solo la testimonianza di quegli anni e di quegli eventi. È la narrazione dei sentimenti e delle motivazioni ideologiche che portarono una ragazza a opporsi a un mondo che relegava la donna alla marginalità. È il racconto in prima persona della scelta di abbracciare la vita partigiana, con tutto l’isolamento, i rischi e le difficoltà a essa legati. È un ritratto delle donne e degli uomini che si ribellarono, anche a costo della vita, alle brutalità e agli inganni del fascismo. È un antidoto contro l’immobilismo e la rassegnazione di fronte alle derive totalitaristiche di ogni epoca, che tutti noi abbiamo il dovere di tramandare.

Prefazione di Michela Ponzani

Carla Capponi

Carla Capponi (Roma, 1918 – Zagarolo, 2000) è stata una partigiana e politica, medaglia d’oro al valor militare. Più volte parlamentare tra le file del Pci, membro della Commissione Giustizia nei primi anni settanta, ha fatto parte del comitato di presidenza dell’Anpi fino alla morte.

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