La “disintermediazione” nella politica contemporanea

La disintermediazione nella politica contemporanea indica il processo attraverso cui i leader politici comunicano direttamente con i cittadini via social media, bypassando media tradizionali, partiti e intermediari istituzionali.wikipedia+1

Definizione e cause

La disintermediazione emerge con l’avvento dei social network, che favoriscono un rapporto orizzontale e immediato tra politici ed elettori, riducendo il ruolo di giornali e strutture partitiche. Questo fenomeno accelera la presidenzializzazione, centralizzando il messaggio sul leader che si rivolge al pubblico senza filtri. In Italia e negli USA, piattaforme come Twitter (ora X), Facebook e TikTok amplificano questa dinamica, spesso legata al populismo digitale.culturedigitali+3

Esempi in Italia

Matteo Renzi ha esemplificato la pratica con dirette Facebook per rispondere ai cittadini, saltando i media tradizionali. Oggi Giorgia Meloni adotta una strategia multipiattaforma: Facebook per il dialogo diretto, Twitter per l’informazione e TikTok per un engagement emotivo con toni positivi e polarizzati. Ciò consolida il consenso, ma riduce le conferenze stampa e i dibattiti con i giornalisti.professionereporter+3

Casi negli USA

Donald Trump, attuale presidente rieletto nel 2024, ha rivoluzionato la comunicazione con tweet provocatori, raggiungendo milioni di follower e plasmando l’agenda politica senza intermediari. Nella seconda presidenza, continua questa linea con ordini esecutivi contro la “censura” sui social, controllando l’accesso mediatico e favorendo piattaforme allineate. Il suo stile ha influenzato globalmente il populismo digitale.linkiesta+2

Impatti e rischi

La disintermediazione aumenta la partecipazione diretta ma erode l’autorità delle fonti, favorendo disinformazione e polarizzazione. Richiede nuove competenze digitali per i cittadini e solleva questioni su censura e libertà di espressione. In contesti come l’Italia, accentua la crisi delle mediazioni tradizionali.lospiegone+3

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