“T utti vogliono, alla vecchiaia, arrivarci, sguazzarci dentro a lungo e, se non mentono a se stessi, essere anche felici. Ma la vecchiaia concentra in sé tutte le infelicità possibili, comprese quelle dovute al commercio carnale con altri esseri umani e ai sentimenti di tenerezza delusi o repressi. È gloria e disonore nella medicina aver proiettato la durata della vita (dell’ esserci, dice Heidegger) col suo bel carico di patologie specifiche e croniche, e di infelicità concentrate, oltre ogni limite accettabile per la ragione. La vita non è sopportabile oltre i limiti prescritti posti dalla salute del corpo e della mente, e invecchiare significa avvicinarsi sempre più, inesorabilmente, all’ oltrepassamento di ogni sopportabilità di vivere. L’ invecchiamento smisurato (da ottantacinque anni a cento et ultra) è un tomo di rivoluzione sociale (e metafisicamente e, teosoficamente, di aggravamento karmico) in cui i politici di professione non si raccapezzano: economicamente la calca dei vecchi al refettorio dell’ esistere per il puro fine di esistere nella durata è un vaso delle Danaidi insolubilmente disastroso.”
segue qui: QUELL’ INFINITA VECCHIAIA

Assolutamente condivisibile !
firma un ottantenne in buono stato che non ha alcuna intenzione di oltrepassare i limiti fisiologici temporali imposti dalla Natura.
I troppo vecchi tolgono spazio vitale alle nuove generazioni.
Quando l’Uomo avrà il coraggio di rivedere le posizioni tradizionali e di agire razionalmente ?
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Grazie, gentile Pellegrino
ho pensato di rilanciare questo articolo perchè tratta un tema importante con parole di verità
mi fa piacere che anche lei, come me condivida questo punto di vista.
abbiamo vissuto e certo vorremmo vivere ancora più a lungo, ma non dovremmo potere rubare futuro alle giovani generazioni
grazie per l’attenzione
e buoni giorni
paolo ferrario
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