
Vecchio e vecchia sono termini che fanno paura, fanno rabbrividire; sono parole cariche di inquietudini, di debolezze e, talvolta, anche di angosce. Vecchiaia è un termine difficile da definire poiché è un continuum ondulato, fatto di adattamenti/riadattamenti che inizia nel momento in cui si nasce e termina con la morte.
Vecchiaia è una condizione che ha indotto, molto spesso, alla costruzione di immagini pesanti, cattive e ributtanti inducendo chi non la sta ancora vivendo ad allontanarla o a nasconderla in vari modi e chi la sta vivendo a dimenticare che la vecchiaia è una condizione e una fase della vita che interessa tutti.
Forse, si vorrebbe vivere la vecchiaia da non-vecchi o la vecchiaia senza vecchi. Reinventare la vecchiaia non può ridursi a un ingenuo e illusorio tentativo di aggirarla, scavalcarla e non incorrere negli ostacoli che, inevitabilmente, l’accompagnano. Forse si deve uccidere la vecchiaia vedendo in tale delitto il passaggio necessario e obbligato per rimetterla in gioco e, quindi, viverla con tutti i suoi ostacoli e percorrere il suo sentiero, più o meno lungo.
Reinventare la vecchiaia deve passare anche attraverso la costruzione di una diversa immagine del vecchio e della vecchia, dopo avere sepolto quelle passate in cui ci si imbatte ancora.


L’ha ribloggato su Il Cinema Racconta ….
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