Un immigrato di 18 anni, di origine marocchina, forzata la porta della municipale, rubò un giubbotto antiproiettile, un telefono cellulare di servizio, tre berretti di ordinanza e qualche suppellettile. Poi diede fuoco ad alcuni arredi e fuggì. Le fiamme divamparono fino ai piani superiori, generando un’esplosione. Morirono una signora anziana di anni 86, di nome Marta Goldoni, e la sua badante di anni 74, di nome Yaroslava Kryvoruchko. Il marito della signora Goldoni è in ospedale a Fidenza, gravissimo, chiuso nella camera iperbarica. Una quindicina gli intossicati, tre in gravi condizioni in ospedale. Il ragazzo poi è stato arrestato mentre girovagava con l’aria persa. Era ben conosciuto agli inquirenti, tanto che doveva essere espulso (intorno alle 3 del mattino di ieri, nella sede della municipale a Mirandola, nel modenese).
«L’incendiario dai sette alias è un giovanissimo clandestino le cui impronte digitali rispondono a diverse identità. Per esempio, Otman Boraia, nato in Marocco il 6 luglio del 2003. Era stato lui a dichiararsi marocchino, quando era finito l’anno scorso in un commissariato di Ventimiglia dove era stato accompagnato dopo che si era allontanato da un centro di accoglienza per minori. Ma si è detto anche tunisino e algerino, quando è incappato altre volte nelle maglie delle forze dell’ordine. Dalla Liguria si è spostato nel Lazio. Con le generalità di Bouachra Salah è stato processato per violenza, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e danneggiamento aggravato. Il Tribunale dei minori di Roma aveva disposto il suo collocamento in una comunità fino all’ottobre del 2018. Ma lui ha collezionato altre denunce, sempre a piede libero, per piccoli furti. Otto giorni fa, a Roma, risultava maggiorenne ed algerino, quindi gli era stato consegnato un decreto di espulsione, cui il ragazzo aveva opposto una richiesta di protezione internazionale. Non gli è mai stato trovato un documento d’identità addosso e la sua prima apparizione sul suolo italiano è stata registrata quindici mesi fa» [Rosaspina, CdS].
Su questo vedi il commento di Mattia Feltri in Terza Pagina