Nel novembre dello scorso anno, la Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi nel caso Cappato sull’art. 580 del codice penale che punisce ogni forma di agevolazione al suicidio, decide con saggezza di rinviare il processo al 24 settembre 2019, per dare alle Camere un tempo congruo per modificare una norma che, secondo la Corte stessa, non realizza un ragionevole bilanciamento tra i molti interessi e diritti coinvolti.
I giudici di Palazzo della Consulta riconoscono che il divieto assoluto di aiuto al suicidio, in casi drammatici quali quello di ***, sacrifica irragionevolmente valori fondamentali quali la dignità e l’autodeterminazione della persona.
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Parlamento dormiente sul suicidio assistito – Il Sole 24 ORE