Spostiamo il nostro calendario intorno agli anni Sessanta e immaginiamo due premi Nobel, uno per la Medicina, Jacques Monod, e uno per la Letteratura, Albert Camus, riuniti a comporre il libro che avrebbero potuto scrivere insieme sul tema della finitudine.
Monod, in ospedale al capezzale di Camus gravemente ferito in seguito all’incidente d’auto, legge e dialoga con l’amico i capitoli predisposti e ispirati dal De rerum natura di Lucrezio, che li apre in esergo.
Tema di partenza: l’immortalità non esiste né per l’essere umano, né per la terra, né per l’universo.
Il cielo e la terra hanno il loro tempo. Pure loro, come noi, ebbero un’origine e avranno una fine. … Evoluzione e dissoluzione si compenetrano … Siamo individui mortali di una specie mortale che ruota intorno a una stella mortale dentro una galassia destinata a finire.
Secondo le conoscenze scientifiche di Monod, il Sole, tra un miliardo di anni…
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