un estratto
…. La più grande minaccia alla nostra civiltà, scrive Murray, non viene da una intimidatoria potenza armata di aerei da combattimento e di artiglieria pesante, ma viene da un pensiero diffuso “all’interno dell’occidente che intende smantellare il tessuto delle nostre società, pezzo per pezzo, mosso dalla convinzione di dover dimostrare che l’occidente è dominato dal peccato, che l’occidente è colpevole di un numero infinito di crimini e che le culture occidentali meritano di essere quotidianamente processate sulla pubblica piazza”. La tesi di Murray è che la narrativa dell’odio dell’occidente verso se stesso abbia reso per troppo tempo gli stessi occidentali come “parte attiva della distruzione della propria civiltà”. E il tentativo di denigrare e distruggere tutto ciò che ha reso grande la civiltà occidentale ha creato conseguenze di lungo termine: ha trasformato il passato in un’arma autodistruttiva, ha convinto le nuove generazioni che la nostra civiltà sia intrinsecamente malvagia e che per questo debba essere rinnegata, svalutata e rifiutata e ha rimosso dal nostro orizzonte l’idea che le società occidentali siano le uniche in grado di difendere il nostro benessere senza sacrificare la nostra libertà. Il brodo di coltura antioccidentale, in questi anni, è stato alimentato in modo simmetrico dal populismo illiberale di sinistra e dal nazionalismo liberticida di destra. ….
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