disegno di legge (DDL) del senatore Francesco Zaffini (Fratelli d’Italia): tentativo della destra di intervenire sulla legge Basaglia (legge 180 del 1978) che ha chiuso i manicomi in Italia, articolo di Filippo Sensi pubblicato su Domani il 5 giugno 2025

L’articolo di Filippo Sensi pubblicato su Domani il 5 giugno 2025 denuncia un pericoloso tentativo della destra di intervenire sulla legge Basaglia, la legge 180 del 1978 che ha chiuso i manicomi in Italia e ha rappresentato una svolta fondamentale nella psichiatria e nella tutela dei diritti delle persone con disturbi mentali2 8.

Sensi evidenzia tre punti chiave della controriforma proposta dalla destra che, secondo lui, rischiano di sfigurare la legge Basaglia, minando i principi di umanità e di cura territoriale che essa incarnava2.

L’articolo si inserisce nel dibattito politico attuale, nel quale si teme che la destra voglia riportare a un modello più coercitivo e meno rispettoso della dignità delle persone con disagio psichico, invertendo così i progressi fatti negli ultimi decenni2.

In sintesi, l’articolo di Filippo Sensi su Domani mette in guardia contro una “manipolazione” della legge Basaglia da parte della destra, che potrebbe compromettere la tutela dei diritti delle persone con malattie mentali e riportare a forme di gestione più restrittive e meno umane della salute mentale2 8.

Il disegno di legge (DDL) a prima firma del senatore Francesco Zaffini (Fratelli d’Italia), presidente della Commissione Affari sociali del Senato, intitolato “Disposizioni in materia di tutela della salute mentale” (DDL 1179/2024), mira a ridefinire l’offerta dei servizi psichiatrici e di salute mentale in Italia. Il testo si propone di valorizzare l’attività di prevenzione per evitare la cronicizzazione dei disturbi mentali e garantire un’assistenza sanitaria e sociosanitaria adeguata alle specifiche esigenze delle persone con disagio mentale, tutelando anche la sicurezza di familiari e operatori dei servizi1 8.

Tra le principali novità previste dal DDL vi è un aumento dei servizi ospedalieri psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC) e la creazione, all’interno degli istituti penitenziari, di “sezioni sanitarie specialistiche psichiatriche” con un numero di posti letto non inferiore al 3% della popolazione detenuta, dove sarà possibile effettuare trattamenti sanitari obbligatori (TSO) con durata massima di 15 giorni3 9. Inoltre, il DDL prevede un aumento del numero di posti letto nelle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) da 20 a 25 per struttura5.

Il DDL ha suscitato forti critiche da parte di associazioni e operatori della salute mentale, che denunciano un ritorno a modelli manicomiali e securitari, in contrasto con la legge Basaglia (legge 180/78) che aveva abolito i manicomi e promosso un approccio basato sulla libertà e dignità delle persone con disturbi mentali. In particolare, si contesta la visione della persona con disagio mentale come potenziale pericolo e la tendenza a utilizzare la psichiatria per scopi di controllo sociale e sorveglianza, con il rischio di una deriva repressiva e neomanicomiale5 7.

In sintesi, il DDL Zaffini intende riformare e potenziare i servizi psichiatrici, ma la sua impostazione ha generato un acceso dibattito sul rischio di un arretramento rispetto ai principi di inclusione e tutela sanciti dalla legge Basaglia, soprattutto per quanto riguarda l’aumento dei posti letto in strutture chiuse e l’introduzione di TSO in carcere1 5 7 9.

Francesco Zaffini è presidente della Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato dal 2025, e ha promosso questa iniziativa legislativa nell’ambito della XIX legislatura6 2.

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