La credenza alla base dei selfie non è “mi vedo dunque sono”, ma “sarò visto dunque sono”.
La tragedia dei selfie non è fotografarsi nella bellezza affettuosa o buffa di un autoritratto, ma ritrarsi a ritoccarsi per poi riprodursi in migliaia di sè da far rimbalzare sui social.
E’ il bisogno di riconoscimento, per molti è proprio fame. Non di guardarsi, ma di essere guardati da migliaia di occhi.
Dietro ogni fenomeno narcisistico c’è sempre la speranza di essere notati, forse per essere amati.
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Arcipelago N., Variazioni sul narcisismo, di Vittorio Lingiardi (Einaudi). Danilo di Diodoro sul Corriere della Sera
