E’ il momento di selezionare le prestazioni in base ai bisogni reali e al reddito dei destinatari. In due parole “Universalismo selettivo”. Ed è questa l’idea forte del documento redatto da economisti e giuristi coordinati da Emanuele Ranci Ortigosa

”Le risorse sono poche, e quelle che ci sono, sono spese male. Tutto a tutti, indistintamente, non ce lo possiamo permettere più. E’ il momento di selezionare le prestazioni in base ai bisogni reali e al reddito dei destinatari. In due parole “Universalismo selettivo”. Ed è questa l’idea forte del documento redatto da economisti e giuristi coordinati da Emanuele Ranci Ortigosa, dell’Istituto per la ricerca sociale, insieme a Valerio Onida, presidente emerito della Consulta, Francesco Longo del Cergas Bocconi, Paolo Bosi e Maria Cecilia Guerra dell’università di Modena, Alberto Zanardi dell’università di Bologna e altri ricercatori dell’Irs, presentato ieri a Milano in occasione dei primi 40 anni della rivista “Prospettive sociali e sanitarie”.

In realtà l’idea non è nuova. A parlarne per prima in Italia con una certa autorevolezza fu la Commissione Onofri 

segue qui: QS – Quotidiano Sanità: Studi e Rapporti – Welfare. La coperta è stretta. Tutto a tutti non è più possibile.

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