Paolo Ferrario, Un BLOG per il lavoro professionale, scheda operativa di Paolo Ferrario scritta il 29 settembre 2009 e aggiornata in tempo reale (1.1.2021)

Nelle organizzazioni di servizio o nelle scuole si tengono con frequenza incontri di lavoro, seminari di formazione, riunioni di programmazione.

Il lavoro formativo richiede la definizione di obiettivi didattici, l’individuazione di assi tematici, l’esplicitazione dei profili culturali che caratterizzeranno la realizzazione del progetto.

In situazioni di gruppo non immediatamente decisionali è necessario far circolare informazioni mirate all’accrescimento delle conoscenze da parte dei membri del gruppo, soprattutto quando si è in fase di istruttoria su un problema.

Con questo breve testo intendo mostrare l’uso di un Blog  allo scopo di migliorare il flusso delle informazioni e la loro correzione durante i diversi momenti della discussione.


Il diario ha una grande tradizione nella storia umana: alla sua base c’è l’idea che fissare per iscritto le esperienze di sé e del proprio ambiente sia un modo per far emergere la propria soggettività e trasmetterla nel corso del tempo.

Oggi, nella modernità, si può fare questo usando internet e le tecnologie che la rete mette a nostra disposizione.
Nel suo libro La parte abitata della rete (Tecniche nuove, 2007) Sergio Maistrello pone sotto attenzione le nuove opportunità:

Dentro la parte abitata di internet tutto è interazione. Se i nodi della rete sono punti di presenza delle persone, i collegamenti tra un nodo e l’altro rappresentano relazioni e i contenuti diventano conversazioni

Ma cos’è esattamente un blog?

In linea generale, è un mezzo attraverso cui un individuo, anche privo di competenze informatiche, può pubblicare un testo e tenerlo per sé (rendendolo privato), come il vecchio diario, o condividerlo con altri.

L’enciclopedia Treccani lo definisce:

“pagina internet personale, aperta ai commenti dei lettori, di norma organizzata in ordine cronologico e arricchita con link ad altri siti, articoli, immagini, video disponibili in rete”

La parola “blog” deriva da “web” (rete) e “log” (in senso letterale “ceppo, tronco” e, per estensione, “giornale di bordo”). Visto l’uso contemporaneo che si fa di questo termine, potremmo tradurlo in “traccia sulla rete“.

Questi strumenti sono nati nel 1997, quando John Barger “inventò” queste pagine costituite da una annotazione recente che sposta i contenuti di un foglio verso il basso. Il blog, infatti, si comporta come un diario de-cronologico: l’ultimo “post” è quello che compare in alto e le precedenti scorrono indietro.

Come è fatto un blog?
La struttura della pagina è costituita da:

  1. testata, che contiene il titolo e un eventuale motto, in modo da caratterizzare e dare personalità al tipo di pubblicazione
  2. il post, ossia la porzione di contenuto corrispondente a ciascun intervento
  3. commenti: un lettore può annotare un suo pensiero mettendolo a disposizione dell’autore e di altri visitatori
  4. elenco dei link ad altri siti o Blog
  5. gli archivi dei post.

Sul piano visivo del lettore, una pagina di blog è costituita da un post (che, di fatto, è un testo scritto, con la possibilità di aggiungere facilmente immagini, audio, video) con i suoi eventuali commenti aggiunti successivamente dai visitatori.

blog

In senso operativo, un blog è una tecnologia della rete gestita da un software che tiene le tracce di accesso a un sito. In senso comune, un blog è come un foglio bianco da riempire di contenuti che si aggiunge ad altri, giorno per giorno, come un blocco di appunti o pagina di diario.
In questa pagina un Autore riflette e scrive su qualcosa che gli sta nel cuore e nella mente, il software lo fissa nel tempo (ora, giorno, anno),
poi un Lettore arriva in questo spazio grafico, legge e (se è nella giusta disposizione d’animo) scrive a sua volta un commento su quanto ha trovato scritto.

Dunque un blog è uno strumento (un ottimo strumento) di comunicazione scritta interattiva.

Potrebbe contenere, per fare qualche esempio:

Questi pochi esempi di una sterminata presenza di blog sulla rete mostrano che la tecnologia dei blog è accessibile, è di facile apprendimento e può essere praticata anche da persone over 60 (e anche 70) per trasferire, in una visione fortemente relazionale, le proprie conoscenze, saperi, esperienze.

Dunque le motivazioni possono essere le più diverse: dar spazio alle proprie passioni, tenere traccia di cose interessanti, conversare con gli amici, cercare persone che condividono interessi comuni. Inoltre, gestire un blog è molto più semplice e meno costoso che avere un sito Web:

  • bastano pochi minuti per aprirlo su una delle piattaforme esistenti;
  • permette a ciascuno di pubblicare scritti propri o di elaborare in forma pubblica informazioni prodotte da altri;
  • è tendenzialmente gratuito o comunque poco costoso in termini economici;
  • è una tecnologia aperta sul mondo esterno;
  • mette in contatto le “parti abitate della rete”, ossia coloro che pigiano tasti dietro ad uno schermo.

Questo strumento presenta varie caratteristiche che lo rendono veramente flessibile e adattabile a diverse situazioni comunicative: autobiografiche (diario in rete); relazionali (stabilire contatti con persone affini o comunque “vicine”); formative (scrivere appunti di studio); lavorative (monitorare un processo organizzativo).
E’ una tecnologia che non richiede l’acquisto di software: la registrazione alla piattaforma è gratuita (anche se è possibile migliorarla con successivi pagamenti); è di facile apprendimento; è in rete e quindi tendenzialmente accessibile a chiunque.
La registrazione di un blog richiede:

  • la verifica dell’esistenza di una sigla ancora disponibile;
  • l’iscrizione mediante un’identità rappresentata dal proprio indirizzo email;
  • una password (da conservare con estrema attenzione).

Ci sono numerosi servizi di supporto alla creazione di un blog.  Fra questi:

blog

Ora vorrei fornire una piccola guida su come farlo funzionare concretamente. Attenzione: non sono uno “specialista” di internet. Sono solo un “utilizzatore” attivo di queste tecnologie.
Cominciamo col dire che la rassomiglianza più vicina al modo di lavorare su un blog è esattamente quella dei ragazzini degli anni ’50 che prendevano un quaderno o un registro contabile con le righe e vi incollavano sopra fotografie, figurine, ritagli di quotidiani, aggiungendo date e didascalie, creando quegli oggetti della memoria che sono “gli album di famiglia”.
Ebbene, un blog è esattamente la stessa cosa, solo che a occuparsi degli aspetti tecnici sono i software che li governano. Tuttavia il creatore rimane sempre e solo l’autore, con tutta la sua responsabilità di produttore di una sua opera intellettuale.

Come iniziare e procedere?

La prima fase è la registrazione. Si apre la pagina di accesso (esempio quella di WordPress) dalla quale – fornendo nome utente, indirizzo email e scegliendo una password – viene creato il proprio blog. Quando è conclusa questa procedura, diventa possibile farsi riconoscere come utente autorizzato fornendo i suddetti nome utente e password.
Poi si può anche scegliere la forma grafica preferita attraverso l’offerta che verrà proposta.
La parte strettamente tecnica è terminata. Ora l’utente ha a disposizione un pannello di controllo con il classico “spazio bianco” in cui scrivere testi, aggiungere fotografie, video e musica o, ancora, linkare ad altre pagine individuate nell’universo della rete.
E’ più facile farlo che dire come si fa.

Nel tempo successivo si potrà aggiornarlo e condividerlo.

Ecco alcuni consigli dell’esperta di scrittura Chiara Rivella

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Un blog presenta  caratteristiche che lo rendono uno strumento estremamente flessibile ed adattabile a diverse situazioni biografiche (diario in rete), relazionali (stabilire contatti con persone affini o comunque “vicine”) e lavorative (monitorare un processo organizzativo):

·        Non richiede l’acquisto di software, la registrazione alla piattaforma blog è gratuita

·        È di facile apprendimento

·        Pubblica in ordine cronologico inverso (va dal presente al passato)

·        È in rete e quindi tendenzialmente accessibile a chiunque: e tuttavia può anche essere riservato solo ai componenti di un gruppo di lavoro

E’ proprio su quest’ultima opportunità che vale la pena di soffermarsi.

Perché un Blog provvisorio invece delle E. Mail?

In incontri di gruppi di piccole dimensioni (direi da 5/10 fino a 30/40) è pratica usuale quella di fare circolare i materiali informativi tramite la posta elettronica.

Questo sistema sembra, a prima vista, semplice ed economico. In realtà è molto dispersivo: basta che il lettore di questo mio testo vada alla sua posta e ne converrà. Le E. mail si accatastano una sull’altra in modo casuale che richiede un continuo lavoro di classificazione e memorizzazione.

Immaginiamo un gruppo di 20 persone che si scambiano sintesi, frammenti progettuali, idee spontanee, testi in fase di abstract. Ogni componente della mailing list riceve informazioni relative ad un evento e le archivia secondo propri criteri. Già questa operazione può generare qualche problema di ritrovamento. Ma le cose si complicano quando arrivano commenti e feedback, perché tutte queste informazioni saranno oggetto di sequenze infinite di E.mail.

Questo avviene perché le E.mail vanno configurare una catena di informazioni che richiedono dispendio di tempo per aggregarle.

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Le E.Mail sono fantastiche per comunicazioni bilaterali, ma sono meno utili quando si intrecciano più persone sullo stesso oggetto di lavoro.

Ecco perché un blog  può razionalizzare questi flussi comunicativi, in quanto può essere pensato come

la costruzione e manutenzione di uno strumento comunicativo per quella singola situazione lavorativa: una équipe, un consiglio docenti, i soggetti di un progetto territoriale, più autori che devono scrivere una relazione o produrre una antologia, una classe scolastica ….

Dal punto di vista funzionale la tecnologia dei blog  permette di raccogliere ogni informazione in un luogo accessibile a ciascun membro del gruppo. E’ proprio come fare quello che usualmente facciamo: entriamo nella stanza della riunione, cerchiamo i materiali scritti che sono stati fotocopiati, cominciamo a discutere sull’ordine del giorno, qualcuno (talvolta) tiene un verbale.

Il blog consente di creare una specie di scaffale su cui depositiamo in contenitori etichettati i singoli elementi informativi del progetto (programma, statuto, work in progress, dati statistici, ideazioni, …)

Il blog consente di ordinare i post per argomenti. Ogni post è commentabile. Ciascuno legge i commenti degli altri, chiede delucidazioni, aggiunge la sua opinione. I commenti appariranno in ordine cronologico e saranno sempre associati a quel post, che sarà così arricchito di sfumature interpretative.

Ma il vantaggio formidabile è che ogni post potrà essere richiamato tramite i link nelle mail e in qualsiasi documento web.

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E’ questo il valore aggiunto: le proposte, le sintesi, i testi (ognuno in un post) saranno commentabili, visibili, linkabili e ricercabili per temi.

Se non è opportuno rendere tutto di dominio pubblico le piattaforme blog permettono di rendere un intero blog (o un singolo post) accessibile solo tramite password. Analogamente i commenti possono essere vincolati a forme varie di controllo da parte dell’amministratore: si può così richiedere la registrazione di ciascun utente e in ogni caso i commenti vengono segnalati via mail all’amministratore.


Piccola bibliografia

Alberto d’Ottavi, Tommaso Sorchiotti, Come si fa un blog 2.0, Tecniche Nuove, 2008
Giuseppe Granieri, Blog generation, Editori Laterza, 2005.
Tiziano Fogliata, Crea il tuo blog con WordPress, Hoepli, 2012

Riccardo Andronaco, Guida Introduttiva su WordPress: Tutto ciò che ti è utile sapere per creare il tuo primo Blog personale con WordPress

 Corrado De Francesco, I blog per convegni e seminari

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