Sembra quasi che si scopra all’improvviso che il pensatore tedesco non fosse poi un’anima così candida, coinvolta solo per sbaglio o fraintendimento nel Nazismo, come voleva certa vulgata mai però presa troppo sul serio da chi conosceva le cose.
Quasi che essere nominati rettore in un’importante università tedesca, quale era Friburgo, nel 1933, e tenere un discorso di insediamento intitolato L’autoaffermazione dell’università tedesca, tutto organico nello stile e nei contenuti all’ideologia nazionalsocialista, potesse essere stato solo un equivoco.
Così come un equivoco, o una sorta di pudore, il successivo, prolungato silenzio: l’omertà continuata fino alla morte (mai una chiara parola o una presa di distanza su quell’infausto periodo della storia tedesca).
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La verità su Heidegger e il nazismo. Oltre la polemica giornalistica – HuffPost Italia