BAGDAD CAFE’, di ADLON PERCY, 1987

In una zona desertica tra Disneyland e Las Vegas c’è una stazione di

rifornimento con bar e motel. Arriva a piedi, trascinandosi una valigia, una

imponente turista quarantenne di Monaco di Baviera e vi si installa. Come

la Sägebrecht, rotonda eroina di Sugar Baby (1985), porti luce, ordine,

pulizia e allegria nel sordido Bagdad Café è l’itinerario di un film

accattivante, caloroso e astuto che, dopo Herzog e Wenders, propone un

altro sguardo tedesco sull’America.

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