Vota:
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Print & PDF (Si apre in una nuova finestra)
Ciao Paolo,
ho ricevuto la mail in cui riporti una parte del tuo Testamento Biologico.
O.k., giusto volersi sottrarre al rischio di essere oggetto di “falso cordoglio”? e a quello “vero” ci hai pensato? Ma forse la nostra propria morte è talmente unica anche nei pensieri che facciamo dentro di noi da vivi che, parlandone, rischiamo di non farci capire. Ma neppure di capire gli altri.
"Mi piace""Mi piace"
grazie Patrizia per il tuo commento. Io credo che bisogna trattare bene le persone PRIMA della soglia. E la buona comunicazione è al primo posto. Passata quella soglia resta il RICORDO. E se abbiamo trattato bene, rispettando identità e profondità, quel ricordo resta. Non mi sembra che i funerali , con la netta distinzione fra chi effettivamente è stato vicino a quella persona e chi lo ha detestato fino ad ieri, svolgano la stessa funzione del TRATTARE BENE LA PERSONA PRIMA DELLA SOGLIA. L’unica cosa che mi manca, nel mio ragionamento è l’effettiva possibilità (perchè è per l’appunto impossibile) di organizzare la mia morte. Purtroppo me la organizzeranno altri, spinti dal “sociale” ipocrita”. Di me resteranno (per un decennio ) i miei scritti, i miei blog. E poi più niente. E forse il RICORDO. Tu pensa che io ricordo come fosse oggi la Vodia Cremoncini, seduta al Comune di Lecco ad organizzare un tirocinio e io lì ad imparare da lei (era il 1973). Ecco pèrchè la Vodia è “eterna”
"Mi piace""Mi piace"